Ipotiroidismo: formulazioni di Tiroxina softgel o liquida


La terapia dell’ipotiroidismo consiste nella somministrazione orale di Levotiroxina sodica ( T4 ), ma richiede cautele. Oltre alla corretta modalità di assunzione deve essere valutata la possibile interferenza con altri farmaci o con alimenti che possono alterare il corretto assorbimento dell’ormone.
Le alterazioni della secrezione acida gastrica ma anche radicate abitudini nutrizionali, come l’assunzione concomitante di caffè e di fibre, possono interferire negativamente con l’assorbimento della Tiroxina.

Inoltre, la presenza di malattie gastrointestinali, spesso occulte ( infezioni da Helicobacter pylori, gastriti atrofiche, malattia celiaca, intolleranza al lattosio, parassitosi intestinali ), può alterare negativamente l’assorbimento della Tiroxina.

Da monitorare anche le interazioni con farmaci: antiacidi, inibitori di pompa protonica, alcuni neurolettici e antidepressivi interferiscono con il controllo della patologia specialmente in pazienti definiti difficili.
Tra questi ci sono pazienti anziani con malattie concomitanti e in politerapia, ma anche donne in gravidanza e bambini, pazienti alimentati con sonda enterale, soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica e con problemi di malassorbimento.

In alcuni pazienti, come quelli con storia di malattie cardiovascolari, la formulazione classica può causare complicazioni: dall’ischemia cardiaca ad aritmie e spasmi delle coronarie.

Negli ultimi anni, per far fronte a queste problematiche, la Tiroxina è stata proposta in due nuove formulazioni: una in softgel, priva di lattosio e altri eccipienti; una liquida in cui il principio attivo è disciolto in etanolo e glicerolo.
Queste alternative si sono dimostrate utili ad aggirare alcuni fattori che contribuivano al mancato controllo della patologia o al rischio di somministrare dosi eccessive.

In altri pazienti la mancata efficacia è riconducibile a una mancata o ridotta conversione del pro-ormone T4 alla forma attiva T3. Questa situazione interessa circa il 20% dei pazienti. In questi casi, l’utilizzo della T3 in associazione con la Levotiroxina è una promettente prospettiva. ( Xagena_2016 )

Fonte: AIFA, 2016

Xagena_Medicina_2016