Lenvatinib nel cancro tiroideo


Lenvatinib ( Lenvima ) è un inibitore orale di vari recettori della tirosin-chinasi ( RTK ) con una innovativa modalità di legame che inibisce in modo selettivo le attività chinasiche dei recettori del fattore di crescita endoteliale vascolare ( VEGFR ), oltre che di altri recettori della tirosin-chinasi correlati alla via proangiogenica e oncogenica ( compresi i recettori del fattore di crescita fibroblastico ( FGFR ); il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine ( PDGF ) PDGFR-alfa; KIT e RET coinvolti nella proliferazione tumorale.
Tutto ciò rende Lenvatinib potenzialmente il primo inibitore della tirosin-chinasi che inibisce simultaneamente le attività chinasiche di FGFR 1-4 e VEGFR 1-3.

Lenvatinib è attualmente in fase di studio come trattamento per i tumori della tiroide, il carcinoma epatocellulare, il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule e altri tipi di tumori solidi.

Lo studio SELECT ( Study of [ E7080 ] LEnvatinib in Differentiated Cancer of the Thyroid ) era una sperimentazione di fase III multicentrica, randomizzata, in doppio cieco, controllata con placebo, volta a confrontare la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) di pazienti affetti da carcinoma tiroideo avanzato refrattario allo iodio radioattivo ( RR-DTC ) ed evidenze radiologiche di progressione della malattia nei 13 mesi precedenti, trattati con una dose orale un volta al giorno di Lenvatinib ( 24 mg ) rispetto al placebo.
Nello studio sono stati arruolati 392 pazienti in oltre 100 Centri in Europa, Nord America e Asia.

I partecipanti sono stati stratificati in base all'età ( inferiore o ugiale a 65 o superiore a 65 anni ), la regione e il numero ( inferiore o uguale a 1 ) di terapie mirate a VEGFR, e sono stati randomizzati con un rapporto 2:1 a Lenvatinib oppure a placebo ( 24 mg/die, ciclo di 28 giorni ).

L'endpoint primario era la sopravvivenza senza progressione, valutata mediante revisione radiologica indipendente.
Gli endpoint secondari dello studio includevano il tasso di risposta globale ( ORR ), la sopravvivenza globale ( OS ) e la sicurezza.

Per cancro tiroideo si intende un tumore che si forma nei tessuti della ghiandola tiroide, situata alla base della gola, accanto alla trachea.
Presenta un'incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini, di solito in una fascia d'età compresa tra 40 e 50 anni al momento della diagnosi.
Il carcinoma tiroideo è la neoplasia endocrina più comune e le statistiche a livello mondiale rivelano che la sua incidenza è aumentata significativamente negli ultimi 50 anni.

Le tipologie più diffuse di cancro alla tiroide, papillare e follicolare ( comprese quelli a cellule di Hurthle ), sono classificate come carcinomi tiroidei differenziati ( DTC ) e coprono circa il 90% di tutti i casi.
I casi rimanenti sono classificati come midollare ( 5-7% dei casi ) o anaplastico ( 1-2% dei casi ).

Anche se molti di questi tumori sono curabili con interventi chirurgici e trattamenti di radioterapia allo Iodio, la prognosi per i pazienti che non rispondono alla terapia è infausta.
Inoltre, il trattamento per questa forma di cancro tiroideo difficile da curare, potenzialmente letale e refrattaria alle cure presenta alternative limitate. ( Xagena_2014 )

Fonte: Eisai, 2014

Xagena_Medicina_2014